Ecco, ci risiamo.
Ovunque le persone parlano del Festival della canzone italiana…
“Perché San Remo è San Remo …Appunto, dico io, se lo conosci lo eviti.”
“Perché Sanremo resta pur sempre Sanremo… e per questo l’adoro.”
E tu? Da che parte stai?
Io non guardo Sanremo !!!Ecco, ci risiamo.
Ovunque le persone parlano del Festival della canzone italiana come se non ci fosse un domani. Tutti in attesa della prima serata e muniti di lingue affilate pronte a giudicare le canzoni, i cantanti, gli ospiti, il palco, i fiori, le luci, i tempi del programma, i conduttori. Sul palco dell’Ariston Baglioni, Bisio e Virginia Raffaele che, confesso, non so chi sia.
Il Festival: che orrore!
E lo dico con cognizione di causa dopo averlo visto – rigorosamente a piccole dosi per volta – incuriosito dai giudizi taglienti o celebranti che mi è capitato di leggere o ascoltare.
Gli entusiasti dicono Perché San Remo è San Remo.
Appunto, dico io, se lo conosci lo eviti.
Sembra che in quei giorni il mondo abbia occhi solo per l’Ariston e dimentichi il resto.
Ma, poi, per vedere cosa? Una carrellata di canzoni, condite da polemiche, che, soprattutto negli ultimi anni, spariscono nel giro di un amen? E anche quelle che ricordiamo – diciamo la verità – non sempre sono …. capolavori immortali … per lo più sono solo canzonette.
In questi quattro giorni di kermesse ci sono persone che fanno finta di snobbare il programma etichettandolo come saga nazionalpopolare. Ma, attenzione, se per puro caso chiedi: “Scusa ma chi era il tale che …”, ti rispondono con una precisione che neanche in un laboratorio di ricerca della Nasa: sanno tutto, pure il colore dei calzini.
L’altro tipo di spettatore del Festival è quello convinto che afferma: “San Remo va visto! fa parte della nostra cultura popolare”.
E dietro a entrambe le posizioni c’è, forse, anche un bisogno: distinguersi e appartenere.
E allora va bene, Sanremo farà pure parte della cultura popolare, ma io non guardo Sanremo.
Ersindo
Adoro Sanremo
Ormai ci siamo, altro che Natale! Sanremo è alle porte!
Il mio periodo preferito dell’anno è proprio questo. Direttore artistico scelto, co-conduttori stabiliti, come anche i cachet da capogiro. Non mi resta che aspettare i veri protagonisti: i cantanti e le loro canzoni.
Quest’anno la conduzione, per la seconda volta, sarà di Claudio Baglioni affiancato da un irriverente Bisio e una frizzante Virginia Raffaele. I cantanti in gara, tra “giovani” e “big”, saranno 24 e non sono previste eliminazioni. Non mancheranno serate di duetti e ospiti internazionali.
Così, all’improvviso, sono catapultato nel passato, a casa di mia nonna con una copia di “TV, Sorrisi e Canzoni”: in copertina uno squadrone di cantanti.
Mangiando la merenda, leggevo le indiscrezioni, i testi delle canzoni e finivo sempre per fare una mia classifica dei testi che mi piacevano di più.
E a distanza di anni, sono tra coloro che lo guarda, come tanti, e ammette anche di guardarlo, come pochi, anzi pochissimi.
Il Festival è una kermesse che nessuno, almeno a parole, afferma di guardare, perché obsoleta, demodé, superata, ma su cui tutti comunque vogliono dare un’opinione, soprattutto sui social .
Tra una serie di Netflix e un film su Sky, uno zapping sul festival della musica italiana lo fanno tutti; infatti la serata finale della scorsa edizione è stata guardata da circa 12 milioni di spettatori.
Perché oggi è davvero molto cool guardare “quel” programma anche solo per poter avere qualcosa da dire nel prossimo Tweet.
Così c’è sempre qualcosa di cui parlare il giorno dopo con i colleghi o in famiglia: dallo spacco vertiginoso della soubrette all’ospite d’eccezione; ma c’è anche la nostalgia delle edizioni di Sanremo che abbiamo visto o che abbiamo vissuto solo attraverso i racconti dei nonni: basta uno spezzone qualunque di Gigliola Cinquetti che intona “Non ho l’età” per renderci conto di quanto questo evento fosse potente, tanto da tenere incollate allo stesso schermo famiglie intere. Cosa che accade sempre più raramente.
Per me Sanremo resta sempre quell’evento magico, grazie all’attesa e all’aspettativa che crea. In definitiva un’Epifania col mistero: “Chi condurrà quest’anno? Chi ci sarà tra i cantanti? Chi vincerà?” E tutte le frivolezze del caso.
Che dire dunque? Non ci resta che aspettare il 5 febbraio e lasciarci avvolgere dalla nostalgia.
Perché Sanremo resta pur sempre Sanremo e per questo l’adoro.
E tu?
Sandro