Perché l’autenticità dell’essere fa così paura? È attraverso di essa che esprimiamo chi siamo davvero.
L’essere non ha bisogno di dimostrare.
Apparire significa poter essere finalmente visti e provare a lenire quell’insaziabile bisogno di accettazione.
E non importa se, tragicamente, indossiamo una maschera.
Tutti i “like” e i commenti ricevuti sono un balsamo per la solitudine e per l’ego, ma rischiano di farci perdere di vista il valore più importante: l’autenticità.
Perché l’autenticità dell’essere fa così paura? È attraverso di essa che esprimiamo chi siamo davvero.
L’essere non ha bisogno di dimostrare.
“Ostentare è farsi vedere. Ciò che non si vede non esiste” scriveva già nel ‘600 lo scrittore e filosofo Baltasar Graciàn.
Facebook, Twitter, Instagram ci permettono grandi occasioni di confronto e condivisione, di fare nuove conoscenze e mantenere quelle di lunga data. Al contempo ci inducono a una vita parallela basata sull’apparenza: quella che facciamo vedere con i post.
La gara è sembrare sempre più belli e felici degli altri, ma anche di quanto lo siamo in realtà.
Ciò che conta è immortalare un momento, con una frase o una foto, e condividerlo con più persone possibili.
L’immagine che diamo di noi, dalla foto profilo ritoccata a quella super patinata ad una festa glamour, finiscono per modificare la nostra identità, al punto da rendere frequentemente le nostre esistenze illusorie e distorte rispetto alla realtà.
E sembra che i primi ad essere ingannati dalla rappresentazione che diamo di noi siamo noi stessi. Come nascondere la sottile soddisfazione quando ci soffermiamo a guardarci il post appena fatto con la foto in cui sembriamo proprio come vorremmo essere.
I social: credere nella magìa di una vita come rappresentazione.
L’attrice Drew Barrymore ha recentemente lanciato una campagna #TheWayItLooksToUs per proporre una riflessione sulle discrepanze tra ciò che “postiamo” e ciò che invece realmente siamo.
E allora tu da che parte stai?
Sai Essere o preferisci apparire ?