Partiamo da quello che diceva uno strepitoso Stefano Accorsi in uno storico e famoso spot pubblicitario. Sarà vero? Lo spot anni ‘80, in meno di un minuto, fornisce il pretesto narrativo per raccontare come nascono le relazioni tra due persone.
“Two is megli che uan!“ Questo è quello che diceva uno strepitoso Stefano Accorsi in uno storico e famoso spot pubblicitario. Sarà vero? COSA lega veramente due persone?
Lo spot anni ‘80, in meno di un minuto, fornisce il pretesto narrativo per raccontare, generalizzando, come nascono le relazioni tra due persone (continua a leggere dopo aver visto il video).
L’ambientazione adolescenziale è l’ideale per fare questa operazione: perché accada l’incontro ci vuole un po’ di incoscienzache solo quell’età può rappresentare.
Anche l’estate fa la sua parte. La vacanza è il momento in cui possiamo finalmente rilassarci e mollare il controllo. Questo è un altro ingrediente necessario: l’inconsapevolezza.
Nella clip c’è anche quella presa di coraggio e la spinta galeotta del “vai tu che sai le lingue” che contribuisce a rendere perfetto il mix di circostanze, apparentemente accidentali, che sono le precondizioni per il corteggiamento.
Il ruolo maschile è perfettamente reso dall’imbranataggine del personaggio che fa il galletto. Le donne riconoscono bene questa situazione e lasciano fare … a volte con commiserazione altre con divertito e bonario sadismo.
E le due fanciulle, infatti, esibiscono il loro miglior volto innocente e compiacente: insomma incoraggiano il “merlo” che casca con tutte le scarpe dentro la rete dell’inganno.
Le due finzioni, di parlare inglese da un lato e di non parlare italiano dall’altro, combaciano e fanno da sfondo a un dialogo implicito: si prendono inconsapevolmente le informazioni utili a scegliere.
Quello che chiamiamo caso forse caso non è.
A questo punto, nel video, la svolta: l’inganno si palesa e i ruoli diventano chiari: carnefice vs vittima con le rispettive emozioni di trionfo e vergogna. In questo caso la clip non drammatizza le emozioni, ma le sfuma perché deve presentare il premio di consolazione: i due gusti sono morsi da entrambi i lati: una storia a lieto fine, politically correct.
Così i due personaggi invece di dirsi reciprocamente “Perché hai fatto finta?” si ritrovano nel classico gioco adolescenziale: mordere il gelato con il bacio finale che suggella la possibile nascita di qualcosa di più.
Sembra che Lacansostenesse che la persona che scegliamo come compagna/o con un’idea più o meno lungo termine, è proprio quella che NON soddisferà i nostri bisogni per i quali pensiamo di averla scelta.
Ed è così che parliamo di coppia, ma sarebbe meglio dire trattiamola relazione di coppia: prendersi cura di ciò che sta veramente a cuorequando le cose vanno bene e facciamoci del bene pleasequando le cose non vanno. L’esempio più convincente, in quest’ultimo caso, si ha quando i due partner vivono le differenze tra loro come occasioni per apprendere l’uno dall’altra, invece che considerarle imperfezioni del carattere.
Amare i difetti dell’altro è arduo; d’altro canto è facile per tutti apprezzare i pregi. All’inizio è facile amarsi perché; dopo oltre ai perché sorgono i nonostante.
Se è vero che alla fine scegliamo proprio chi non soddisferà i nostri bisogni più profondi allora occorre chiedersi:
a me com’è accaduto?
che scelta ho fatto?
chi è davvero lui/lei?
Una relazione sana e robusta ha bisogno di essere mantenuta viva e coltivata; per una pianta che appassisce occorre chiamare il giardiniere esperto.
Ecco, DIALOGHI DI COPPIA offre l’opportunità di confrontarsi e cogliere aspetti di sé che possono influenzare in modo significativo ogni relazione a due: coppia, amicizia, parentela, lavoro, etc.
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