La giovane attivista svedese, eletta donna dell’anno dai giornali, l’estate scorsa ha iniziato a manifestare davanti al parlamento di Stoccolma per chiedere al governo maggiore impegno nella gestione dell’emergenza climatica e ambientale.
I nativi americani sapevano che il presente riceve in prestito dal futuro e non in eredità dal passato, possibile che noi oggi, portatori di cultura, iper tecnologizzati, lo abbiamo dimenticato?
Secondo l’ONU, se il cambiamento climatico aumenterà di altri 2°, il mondo sarà in serio pericolo. Siamo già a 1.5° e Greta Thunberg lo sa bene.
La giovane attivista svedese, eletta donna dell’anno dai giornali[1], l’estate scorsa ha iniziato a manifestare davanti al parlamento di Stoccolma per chiedere al governo maggiore impegno nella gestione dell’emergenza climatica e ambientale. Ogni venerdì l’allora quindicenne si recava di fronte al Riksdag con un cartello: Skolstrejk för klimatet, ovvero sciopero scolastico per il clima, e il suo impegno le è valso un invito alla conferenza sul clima che si è tenuta a Katowice, in Polonia, dove, con un toccante discorso, ha tuonato “Sostenete di amare i vostri figli, ma gli state rubando il futuro da sotto gli occhi”, rimproverando i politici per lo scarso impegno sinora messo a disposizione del “problema clima”.
“I politici vogliono parlare di tutto tranne che della crisi climatica, cercano sempre di cambiare argomento”, ha affermato con autorevolezza Greta che è indiscussa portavoce di un vero e proprio movimento giovanile.
Sì, perché se all’inizio era da sola a portare avanti questa battaglia con, immagino, dei genitori illuminati; in tanti poi hanno iniziato a supportarla, capendo che è importante porre attenzione all’ambiente e non per un futuro migliore, ma proprio per averne uno.
Greta è un’eroina ispirante, ha fatto il primo passo dando una grande lezione a grandi e piccoli, ha fatto quello che avremmo dovuto fare noi tutti, ma mentre noi stavamo pensando ai “se” e ai “ma”, lei l’ha fatto perché ci crede davvero: il 22 febbraio ha guidato 10mila studenti lungo le strade di Parigi per chiedere “la rivoluzione ambientale adesso” e denunciare “un crimine contro l’umanità”, quello del riscaldamento globale, e il 15 marzo si terrà una grande marcia internazionale in cui sono previsti scioperi per il clima in centinaia di città, dalla Groenlandia alla Nuova Zelanda.
Il movimento Fridays for Futureporterà all’organizzazione di diversi eventi, la prima occasione sarà “Sciopero mondiale per il futuro”sempre il 15 marzo con manifestazioni anche in Italia (Milano e Roma).
Come psicologi sappiamo che il negazionismo del problema ambientale è legato a quel meccanismo di difesa che si chiama, appunto, negazione con il quale ci proteggiamo da angoscia, colpa ed altre inquietudini allontanando dalla coscienza fatti e immagini minacciosi. L’American Psychological Associationne ha già parlato nel 2011[2]
Sul clima si affollano anche altri motivi: lobby potenti a difendere interessi economici enormi, una cultura legata al consumo, al mordi e fuggi, al chi se ne frega e quel particolare tipo di narcisismo dei politici (e non solo) che porta al vezzo del “cantare fuori dal coro”.
Valutando i dati di realtà è necessario che ciascuno di noi abbia un ruolo attivo e possa adottare comportamenti adeguati.E tu che leggi cosa pensi di fare? Sono davvero così spente le nostre coscienze?
Non possiamo più stare a guardare. Bisogna agire. Siamo di fronte ad una trasformazione destinata a intensificarsi nei prossimi decenni se non metteremo in atto interventi attivi.
Con le parole che hanno concluso il discorso di Greta a dicembre scorso alla COP 24 a Catowice Polonia:
“Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene alla gente”.
Un importante stimolo, in questo senso, sono i grandi maestri della fotografia del National Geographic, che in una mostra al Museo di Storia Naturale di Milano (7 marzo-26 maggio) con 290 scatti fotografici ci metteranno di fronte ai drammatici cambiamenti del Pianeta causati dal riscaldamento globale. L’evento avvolgerà per intero i visitatori con visual storytelling ed esperienze sensoriali. Installazioni digitali, olfattive e sonore, postazioni e pareti interattive si susseguono in un percorso sviluppato su un’area di 400 metri quadrati e suddiviso in tre momenti distinti: esperienza, consapevolezza e invito all’azione.
Come Greta Thunberg, anche noi, possiamo iniziare a fare qualcosa ?
[1]http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2019/03/08/la-svezia-nomina-lattivista-greta-donna-dellanno-_a4cf7b3e-6f42-4a71-aa08-c2f2a9be60fb.html
[2]https://www.apa.org/pubs/journals/releases/amp-66-4-241.pdf: Psychology’s Contributions to Understanding and Addressing Global Climate Change
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